Passaggio della tranvia dal Duomo: il sindaco s’infuria e licenzia l’assessore.
Il commento di MARCELLO MANCINI.
AGIPRESS – FIRENZE – Sarà l’effetto Schlein, che ha destabilizzato il Pd fiorentino già schierato dalla parte di Bonaccini e che ora sta cercando di riposizionarsi senza scontentare troppo i nuovi leader del partito. A cominciare dal segretario regionale Emiliano Fossi, che ha vedute piuttosto diverse da quelle che finora hanno guidato la coppia Nardella e Giani. Il ritorno di fiamma per il passaggio della tranvia da piazza del Duomo a Firenze è uno di quei temi che appassionano il dibattito fiorentino, lo tirano per le lunghe, dividono la città in due e alla fine finiscono in una bolla di sapone. Cosà¬, tanto per chiacchierare senza far nulla. Sport al quale siamo piuttosto abituati.
Il Pd fiorentino aveva accantonato la soluzione, se cosଠsi può definire, dai tempi di Renzi, che per non creare troppo scompiglio al sua disegno politico e per evitare sollevazioni popolari, memore dei tumulti all’epoca in cui era sindaco Domenici e vicesindaco l’addetto alla tranvia Beppe Matulli, mise in un cantuccio l’idea, d’accordo con il partito, cioè con se stesso. Oggi la testa del Pd è cambiata e l’assessore all’urbanistica Cecilia Del Re se ne esce con questa possibilità , che pare non dispiaccia al nuovo Pd, che almeno sulla staffa da piazza San Marco fino a via Martelli sembra d’accordo. Ma è dispiaciuta parecchio al sindaco Nardella, che non l’ha presa bene. L’ha giudicata una iniziativa fuori luogo, superata, per la quale non ci sarebbero neanche le condizioni tecniche per rivedere tutte le scelte fatte finora. L’ha trovata soprattutto un gesto sleale e ha licenziato in tronco Del Re.
Il sindaco ha seguito e confermato per dieci anni la linea del <no> di Renzi al passaggio della tramvia da piazza Duomo, che ora un suo assessore di primo piano la mettesse in discussione non poteva proprio digerirlo. E infatti si è infuriato. Non solo Nardella ha sbarrato la strada a Del Re, ma l’ha richiamata a una lealtà che, evidentemente, lui ha sentito tradita. Da qui lo sfratto. Certo viene anche da chiedersi che cosa stia succedendo nel governo della città , se prima di un annuncio cosଠimportante l’assessore all’Urbanistica non abbia sentito il bisogno di consultarsi con il sindaco. E’ bastato un suo sussurro per scatenare il putiferio. Forse non per caso. L’assessora ha fatto una lieve marcia indietro: inspiegabilmente troppo lieve, non è bastata.
A pensar male si fa peccato, ma siccome Del Re era uno dei candidati – ora un po’ in ribasso – alla successione di Nardella, si può ipotizzare che questa sua improvvisa e inedita posizione sulla tramvia possa essere un ammiccamento ambientalista verso la nuova leadership del Pd, che sostiene un trasporto pubblico sempre più efficace, che migliori l’accessibilità alle zone monumentali. Potrebbe essere il primo segnale di deragliamento di posizioni fin qui condivise nel silenzio di un partito assente, che ora ha tutte le intenzioni invece di cambiare rotta e di farsi sentire. Non si spiega altrimenti il guizzo di Del Re, che spiazza il sindaco ma infila i bastoni fra le ruote a un piano del trasporto pubblico già stabilito non senza sofferenze.
E’ vero che dai tempi in cui fu progettata la tranvia la tecnologia è molto cambiata e gli orribili pali che deturpano la prospettiva di piazza della Stazione oggi non rovinerebbero anche piazza Duomo. Però l’idea di dover rivedere decisioni già prese, peserebbe soprattutto sulla città . Oltre che su una compagine politica che, viste le premesse, ci riserverà altre sorprese.
di MARCELLO MANCINI