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7 Febbraio 2025

19enne trovato morto a Perugia: “Chi sa parli…”

AGIPRESS – PERUGIA – “Chi sa parli…” è l’appello rivolto dagli avvocati Carlo Pacelli e Francesco Mangano, in nome e per conto della famiglia di Andrea Prospero, il 19enne di Lanciano (Chieti) trovato morto in un B&B a Perugia lo scorso 29 gennaio. Un appello lanciato durante l’ultima puntata di ” Chi l’ha visto”, il programma Rai condotto da Federica Sciarelli che è tornata ad occuparsi del caso. Alla trasmissione è intervenuta anche la sorella gemella dello studente abruzzese che era iscritto al primo anno di Informatica dell’UniPg. ” Mio fratello era gentile, buono ma ingenuo… Forse questo potrebbe averlo portato a una situazione difficile e poi è accaduto quello che è accaduto…”. Mentre le indagini vanno avanti (gli esperti della Polizia Postale stanno ora facendo accertamenti sui dispositivi digitali del giovane trovato morto quattro giorni dopo la sua scomparsa nel monolocale del centro preso in affitto online e situato a poche centinaia di metri dallo Studentato dove era alloggiato ‘ufficialmente’ e le cui telecamere lo hanno ripreso vivo per l’ultima volta intorno alle 11 del 24 gennaio mentre esce dalla struttura) si moltiplicano le domande. La famiglia tende a non credere al suicidio (“Non era da Andrea” ha detto la sorella ai microfoni della trasmissione) e comunque chiede di fare chiarezza, di sapere la verità, su tutto. Andrea Prospero è stato trovato in una posizione definita dagli inquirenti “anomala”, con accanto la scatola di un farmaco. Sul suo corpo non sarebbero stati trovati comunque segni di violenza. Nel B&B, preso in affitto online dall’agenzia milanese che l’aveva in gestione, sono state trovate (circostanza confermata dagli avvocati Pacelli e Mangano) oltre 40 sim, cinque telefoni cellulari e due carte di credito, di cui una intestata pare a uno straniero risultato però ‘inesistente’. A che cosa servivano e a chi, tutti quei dispositivi digitali e le carte di credito di cui i genitori del ragazzo erano totalmente all’oscuro? E ancora perché Andrea ha deciso di affittare (pagando tra l’altro una somma cospicua di cui la famiglia era all’oscuro) il B&B in cui è stato trovato morto sei giorni dopo la sua scomparsa? Il fatto che avesse prenotato l’immobile, dove nessuno degli inquilini però ricorda di averlo mai incrociato né di aver visto altre persone entrare o uscire da quel monolocale, fino al 22 febbraio sembrerebbe cozzare con l’idea del tragico gesto, è la considerazione emersa durante il programma. In ogni caso, hanno ribadito gli avvocati Pacelli e Mangano, “La famiglia, che ha totale fiducia neIla magistratura, vuole conoscere tutta la verità”. Di qui l’appello rivolto a chiunque possa avere delle notizie utili anche sull’attività che lo studente informatico potrebbe aver svolto on line. Si chiede in sostanza che anche le persone che potrebbero aver interagito con Andrea sul web si facciano avanti. “Mio fratello era una persona buona, gentile e riservata. Però credo che la sua capacità nell’essere così tanto disponibile con gli altri sia stata in un certo senso…sfruttata” ha detto con un filo di voce e il volto trasfigurato dal dolore la gemella del 19enne abruzzese ai microfoni della Rai. Anche lei studia a Perugia e con il fratello si incontrava ogni giorno alla mensa universitaria fino a quel tragico venerdì quando non si è presentato all’appuntamento per il pranzo facendo scattare poi l’allarme dato proprio da Anna cui è toccato anche il triste rito del riconoscimento quando, dopo sei giorni, Andrea è stato ritrovato senza vita. AGIPRESS.
D. Miliani

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